La Disciplina

Non si può parlare di quale cane scegliere per l’Obedience se prima non si conosce a fondo cos’è l’Obedience. 

L’obbiettivo di queste pagine non è e non vuole essere un excursus su regolamenti o esercizi, quindi non ci soffermeremo a raccontare cosa si fa, ma è fondamentale capire in maniera approfondita quale è la filosofia di questa disciplina, quali sono le competenze necessarie richieste al cane, i tempi di allenamento, le ripetizioni, le difficoltà maggiori e minori che il cane si troverà ad affrontare, gli obbiettivi reali e ipotetici, e così via. Insomma tutto ciò che c’è dietro a quella serie di esercizi e regole elencate nel regolamento.

Perché l’Obedience è una disciplina complessa, è tanto affascinante quanto difficile, o forse è così affascinante proprio perché è difficile.

A.V.

Nasce dalla volontà di alcuni allevatori di poter dimostrare la bravura, l’ascolto e la collaborazione dei propri cani e da lì, vedendo questi cani lavorare, ha coinvolto sempre più appassionati e allevatori fino a diventare una disciplina cinofila a sé stante con tanto di regolamento e circuiti di gare nazionali e internazionali. In Italia la disciplina arriva a fine anni ’90 e verrà riconosciuta dall’ENCI nel 2002. In questi 20 anni la disciplina è cambiata in modo abissale, sono cambiati i regolamenti, gli esercizi, la tecnica e soprattutto le richieste che si trova ad affrontare il cane.

Ad oggi il livello nel nostro paese è uno dei migliori al mondo, siamo cresciuti in modo esponenziale riguardo a competenze, conoscenze, tecnica e risultati. Questo però sta anche a significare che non basta avere un cane e la voglia di provare: per chi vuole praticare, sa che dovrà impegnarsi molto, studiare, lavorare e confrontarsi con esperti e preparatori perché, per poter andare avanti e ottenere risultati la qualità del lavoro fatto dovrà essere all’altezza delle richieste.

Vediamo quali sono queste richieste.

Intanto sul regolamento FCI, poi ratificato da tutti i paesi membri, viene riportata la seguente frase che esplica quale è lo scopo della disciplina:

“L’addestramento in Obedience (OB) insegna al cane ad agire in modo controllato e cooperativo. Si deve porre enfasi sulla capacità si stabilire un buon contatto tra cane e Conduttore e sulla propensione del cane ad obbedire anche a distanza dal Conduttore. Conduttore e cane dovrebbero dimostrare un buon rapporto complessivo.”

Quindi il primo obbiettivo che viene richiesto è che il cane sia cooperativo, quando con cooperativo in Obedience s’intende un cane che offre la massima collaborazione ovvero si mette a disposizione del conduttore eseguendo dei comandi quando richiesti. 

Poi si parla di buon contatto tra cane e conduttore, che tradotto significa che il cane deve avere altissimo focus sul proprio conduttore, non farsi distrarre dagli stimoli, quali rumori, odori, cani, persone, ambiente ecc., e che quel tipo di attenzione deve essere espressione di massimo coinvolgimento e attesa, dove quest’ultima è intesa come aspettativa di una richiesta da parte del proprio conduttore. Buon contatto inoltre sta a indicare la voglia del cane di essere lì con il proprio compagno e di svolgere quell’attività insieme. 

Sempre nella stessa frase troviamo “propensione del cane a obbedire a distanza”, questo dettaglio non è trascurabile. La distanza dal conduttore per propensione, tipo di preparazione e rapporto tra i due protagonisti, può essere molto complicata da gestire.  Sta a indicare che in campo il giudice si aspetta un binomio, ovvero due soggetti che collaborano insieme per ottenere un risultato in qualunque situazione. Ci deve essere legame, focus e ascolto a qualunque distanza si trovi il cane e capacità da parte del cane di lavorare ed eseguire dei compiti precisi senza supporto visivo e fisico.

Poi, nell’ultima frase dell’incipit del regolamento, viene nominato il “buon rapporto” tra cane e conduttore. Sembra banale ma non lo è. Perché noi portiamo in campo tutto ciò che siamo nella vita, aspetti positivi e aspetti negativi, complicità e conflitti. Ma non solo. Il metodo di lavoro scelto nella preparazione del cane viene fuori nell’espressione ed esecuzione in campo. Creare un buon rapporto con il proprio cane anche nel lavoro, può essere fatto solo se alla base c’è complicità, voglia di stare insieme e gioia da parte del cane di eseguire quel compito, quindi metodi coercitivi e uso della pressione in fase di costruzione, diventeranno evidenti nel momento in cui il binomio entrerà in campo. I giudici hanno il compito, con i loro giudizi, di dare le linee guida di quello che è richiesto nella propria disciplina, e in Obedience l’obbiettivo è vedere un cane espressivo, motivato, concentrato e collaborativo, sereno nella situazione di gara e propenso a lavorare con il proprio conduttore. 

Già analizzando questa piccola frase del regolamento si comincia ad avere un’idea di quali siano le caratteristiche che si ricercano in Obedience.

Ma la disciplina non è fatta solo di rapporto e complicità. Una grossa fetta di quello che è il lavoro richiesto è data dalla tecnica. Se pensiamo, infatti, che una gara di Obedience è composta da 8-10 esercizi, di cui la maggior parte impiegano meno di un minuto per essere eseguiti, e che la loro valutazione fa la classifica finale, il punteggio e i riconoscimenti conseguenti, si capisce il motivo per cui la valutazione di questi va a osservare i dettagli di ogni singola esecuzione per decretare il punteggio e far si che il cane che l’abbia eseguito al meglio venga premiato e gli venga riconosciuto il merito del buon lavoro.

Questo però comporta che questa disciplina sia diventata nel tempo, e con il crescere delle competenze e della qualità della preparazione da parte dei binomi e degli istruttori, sempre più tecnica, precisa e richieda al cane altissime competenze sugli esercizi da eseguire. Nel momento in cui il binomio entra in campo gara, il conduttore può solo dire al cane cosa fare, non può aiutarlo, correggerlo, guidarlo in altro modo se non dando il solo comando per eseguire l’azione. Quindi, dentro quel singolo comando, il preparatore deve aver costruito nel tempo, nella mente del cane tutte le competenze per affrontare il lavoro richiesto, l’assoluta sicurezza in quell’esercizio e la capacità di eseguirlo in tutte le situazioni in autonomia.

Per poter ottenere un cane così sicuro e competente sul suo lavoro, significa aver fatto non solo tantissime esperienze, ma anche tantissime ripetizioni. È importante tenerlo a mente, perché sta a significare che nella scelta del cane adatto a questo sport, dobbiamo considerare un soggetto che regga la mole di lavoro richiesta, non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente.

L’Obedience disciplina d’élite

Possiamo davvero affermare che questa quindi sia una disciplina per pochi? Direi che la risposta è un po’ più complessa rispetto a un semplice sì o no.

Il primo e fondamentale aspetto da considerare è il conduttore. La sua esperienza e le sue conoscenze in Obedience sono il primo punto per valutare gli obbiettivi e la possibilità di raggiungerli. Ma non solo. Quello che può fare la differenza saranno le sue aspettative, la sua competitività, le sue richieste nei confronti del cane, perché tutto ciò andrà a influire pesantemente sull’altra parte del binomio che si troverà carichi di lavoro diversi a seconda di questi aspetti.

Altro punto importante è la scelta del preparatore. In un binomio il conduttore può essere alla prima esperienza e senza conoscenze, e anche se così non fosse, per poter prepararsi adeguatamente è necessario essere seguiti da un istruttore. Qui, parlando proprio di cani, le competenze di chi insegna posson fare davvero la differenza e non solo per capacità tecniche, ma per conoscenza delle razze, capacità di lettura del cane, lettura del binomio, conoscenza di metodi di lavoro differenti, capacità di adattare un metodo a quel soggetto in funzione delle sue caratteristiche, saper incanalare doti di razza nel lavoro che dovrà svolgere, e così via.

Cercando poi di rispondere alla domanda riferita alla tipologia di cane, che è l’argomento di cui vogliamo trattare, possiamo affermare che l’Obedience è per molti ma non per tutti.

Per molti perché gli esercizi richiesti possono essere fisicamente praticati da tutte le tipologie di cane; inoltre in questo sport, si parte da classi amatoriali, quali la Predebuttanti e la Debuttanti che prevedono tempi più ridotti, difficoltà limitate e meno richiesta di precisione e tecnica rispetto ai livelli più alti. Per cui si da la possibilità a tutti di potersi affacciare alla disciplina, conoscerla, iniziare a praticarla ed appassionarsi crescendo insieme con il proprio cane.

Ovviamente, come per tutti gli sport, ci saranno cani predisposti e portati che andranno avanti con più facilità e possibilità di successo ed altri che in questa disciplina avranno più difficoltà. Tutto sta nell’obbiettivo che il conduttore si pone: bisogna essere consci da dove si parte, da quali caratteristiche e peculiarità o problematiche, per poter progettare insieme il percorso, le tempistiche e gli obbiettivi.

Se però parliamo di voler ottenere buoni o ottimi risultati nelle classi alte allora diciamo che solo certi tipi di cani hanno le caratteristiche per arrivare a grandi risultati. 

Detto questo, vediamo quindi quali sono i cani più predisposti per questo sport

I “cani da Obedience”

Il titolo di questo paragrafo ha solo lo scopo di attirare l’attenzione sull’argomento, perché nella realtà non esiste il “cane da Obedience”. Sicuramente, però, esistono cani con peculiarità che ben si sposano con questa disciplina.

Ricapitolando quello che abbiamo detto precedentemente e inserendo un elenco di caratteristiche richieste in base a quelli che sono gli esercizi e i criteri di giudizio, ciò che viene richiesto in questo sport comporta: cooperazione, ottimo focus, concentrazione per tempi lunghi, ascolto e collaborazione anche a distanza e in mancanza di premio, lavoro tecnico ed espressione, che vuol dire intenso lavoro fisico, ripetizioni, reattività, velocità e precisione allo stesso tempo, alta propensione al lavoro, capacità di controllare gli istinti e gestire gli stimoli.

Come possiamo vedere ci sono molte cose richieste ad un unico cane in questo sport. Questo è ovviamente un elenco di caratteristiche che va poi tradotto in termini cinofili corretti per poterlo poi confrontare con le caratteristiche di tutte le razze e valutare quali sono adatti, quali meno e quali per nulla.

Ricordo comunque che questo è un discorso sulle caratteristiche generali delle varie tipologie di cane, che esula dal singolo cane che può distinguersi per aspetti suoi personali.

Traducendo quelle che sono le peculiarità elencate possiamo dire che:

  • Quando parliamo di collaborazione e cooperazione in tutte le situazioni e ascolto anche in mancanza di rinforzo, parliamo di docilità. 
  • Reattività ai comandi, velocità e capacità di reggere e rimanere motivati anche nelle ripetizioni e per tempi lunghi sono caratteristiche date dal temperamento medio alto.
  • La capacità di lavorare serenamente a fianco di altri cani e persone è data da una bassa aggressività.
  • Allo stesso tempo per lo stesso obbiettivo viene cercata una media sociabilità.
  • Non è richiesta tempra alta, il buon temperamento e l’elevata docilità possono spesso sopperire a tempre medio basse.

Cominciando ad osservare queste caratteristiche possiamo farci già un’idea molto più chiara di quali tipologie di cani siano più predisposte per questa disciplina. A queste aggiungerei altre doti e tipologie. Prima di tutto sappiamo che in Obedience viene valutata la reattività al comando e la velocità e precisione di esecuzione dello stesso. Abbiamo detto che queste doti sono legate al temperamento, ma non solo. La costruzione fisica del cane aiuta moltissimo nell’affrontare certi movimenti ed esercizi. Inoltre la taglia fa si che la distanza e lo sforzo richiesto in quel particolare esercizio facciano la differenza non solo sull’esecuzione, ma anche e soprattutto sul tipo di allenamento e le ripetizioni.

Inoltre, due degli aspetti che molti selezionano nella scelta del cucciolo anche all’interno della stessa cucciolata, sono: cani “people oriented” ovvero più attratti dalla persona piuttosto che dagli altri cani e dall’ambiente, e cani con alta motivazione sia su cibo che su gioco in modo intercambiabile.

Questi due aspetti insieme stanno a significare che rinforzo sociale, cibo e gioco avranno tutti per il cane un alto valore e potrò impostare il lavoro passando da uno all’altro in preparazione e gara senza perdere di motivazione, attenzione e collaborazione. 

Riguardo al gioco poi, viene tenuta in considerazione una dote che è la combattività. Il concetto di gioco, nella scelta del cane, tra chi pratica la disciplina, è spesso limitato a tenere in considerare due o tre tipi di modi di giocare. Quello spesso più osservato, è il classico tira e molla. Un cane con un buon predatorio e con una buona combattività è sempre scelto nello sport rispetto a chi ha poca motivazione e rinuncia facilmente. 

Parlando di impulso predatorio, l’altro gioco che si osserva è il riporto, solitamente si osserva questo comportamento con il gioco classico della pallina o di un gioco lanciato. In questa attività si cerca di valutare il buon istinto di predare, ma non solo: il cane deve avere la motivazione ad afferrare. Ci sono infatti soggetti che sono molto stimolati dal movimento ma l’interesse decade totalmente a oggetto fermo. Poi si osserva quanto sia il livello di possessività del soggetto, se ama ricondividere o se esprime possessività. La possessività non è comunque una discriminante nello sport, specie se parliamo di soggetti docili. 

Abbiamo elencato fino a qui tutta una serie di caratteristiche che dovrebbe ricercare chi volesse scegliere un cane adatto e competitivo per questa disciplina. 

Andiamo quindi a vedere, sulla base di queste, quali sono le razze più predisposte, quelle meno e perché.

Caratteristiche delle varie tipologie canine

Scegliere il cane giusto per l’attività che si dovrà andare a fare, anzi, per dirla tutta e meglio, per la vita che si farà insieme, è una scelta importante. Conoscere le varie tipologie di cani è importante per sapersi orientare. Ogni razza è nata con uno scopo ed è stata selezionata con determinate caratteristiche che la contraddistinguono da tutte le altre. 

Per ciò che riguarda i meticci, invece, non essendo riconducibili a un tipo o uno scopo particolare, si può solo valutare in base al morfotipo, alla similarità o affinità con certe razze o tipologie e all’analisi del singolo soggetto.

Io partirei ad analizzare le macro divisioni per cominciare a valutare tipologie canine e le loro caratteristiche. 

Nell’arco dei secoli sono state fatte varie classificazioni in base alle tipologie di cani e razze. Per lo scopo di questo saggio trovo più semplice prendere in considerazione le suddivisioni riferite al tipo di lavoro svolto e per cui sono stati selezionati.

Partiamo dai cani da Guardiania. Meravigliosi e competenti nel loro ruolo originale, sono però agli antipodi del cane adatto per questa disciplina. Le caratteristiche di questi tipi di cani, infatti, prevedono: indipendenza decisionale dall’uomo, bassa docilità, alta tempra, basso temperamento e basso predatorio. Hanno alta diffidenza e territorialità, caratteristiche per le quali è difficile inserirli in un contesto sportivo. Inoltre queste tipologie di cani sono taglia grande e spesso con struttura pesante. Tutte caratteristiche queste vanno a cozzare con quelli che sono gli aspetti richiesti per poter praticare questo sport e che abbiamo elencato poco sopra. Come per i cani da guardiania anche i mastini, per taglia e indole, sono lontani dal cane adatto ad uno sport di obbedienza. Molti hanno basso temperamento, alta diffidenza, poco focus e difficoltà nelle ripetizioni.

Stesso discorso, per aspetti in parte diversi, lo possiamo fare riguardo ai cani Primitivi e ai cani di tipo Spitz. Sono razze con bassa collaborazione, bassa docilità, basso focus e alta indipendenza dall’uomo. Con alcune razze certe di queste caratteristiche sono più levigate e ammorbidite, ma la linea generale ricalca questa descrizione. E veramente difficile pensare di creare motivazione, alta cooperazione e possibilità di programmare allenamenti con ripetizioni e prove lunghe e impegnative in assenza di premi con queste tipologie di cani a cui certi aspetti mancano per genetica. E vorrei ricordare, a proposito di questo aspetto, che se è vero che molto può essere costruito con l’esperienza, il lavoro e la buona gestione, gran parte di quello che sarà e potrà fare il cane nella vita è comunque dettato dalla genetica.

Indipendenza, mancanza di focus e bassa propensione all’addestramento sono caratteristiche che ritroviamo anche nei Segugi. Hanno un fisico atletico, agile, spesso leggero, reggono lunghi tempi di lavoro, sono cani docili e socievoli, ma la mancanza di collaborazione e dipendenza dall’uomo nel lavoro non li rende dei cani adatti alle discipline di obbedienza. 

Stesso discorso lo possiamo fare per i Levrieri. Figli del vento: con il loro fisico, la loro reattività, le loro prestazioni, sono degli sportivi per eccellenza, ma la loro indipendenza nel lavoro, i tempi di attenzione non alti, la bassa motivazione nelle attività non auto-appaganti non li rende degli ottimi cani nelle discipline cinofile basate sul focus e la massima collaborazione.

Discorso diverso lo possiamo fare per i Terrier. Una delle caratteristiche che troviamo in queste tipologie di cani è la caparbietà. Puntare all’obbiettivo senza lasciarsi demotivare dalle difficoltà è sicuramente un pregio, sempre che non diventi testardaggine e chiusura alla collaborazione come spesso capita in alcune razze. Sono cani da lavoro, atletici, con alta reattività, taglie e strutture che permettono di praticare moltissime attività differenti. Ottimo morso e alta combattività e temperamento. Ricordiamoci che all’interno di questo gruppo abbiamo una grandissima variabilità, sia di taglie che di attitudini che di selezione. Molte razze sono state portate avanti nell’ultimo secolo solo più esclusivamente per la bellezza estetica, andando a perdere o modificando alcune caratteristiche caratteriali. Per altre, invece, la loro maggior docilità o bravura sul lavoro, ha permesso di allevare tenendo in considerazione aspetti caratteriali importanti anche per lo sport e le altre varie attività. Alcuni degli aspetti che in Obedience vedo più ostici per questi tipi di cani sono: la tenuta di attenzione, l’impegno mentale su molte richieste differenti, le continue ripetizioni e la mancanza di elasticità mentale nel momento in cui si richiedono modifiche nell’impostazione del lavoro, che purtroppo questa disciplina prevede. Inoltre la loro alta combattività e competizione con gli altri cani, specie in alcune razze, rende difficile a volte inserirli in contesti di gare e lavoro. Trovo comunque che siano ottimi cani per lo sport e che ci siano razze, all’interno dl gruppo terrier, con cui si possono fare buoni risultati sempre che si crei il giusto metodo di lavoro in base alle loro caratteristiche. 

Non possiamo fare le stesse considerazioni parlando del gruppo dei Bassotti. Per caratteristiche di razza utili al loro lavoro in caccia e in tana, sono cani meno propensi ad attività non auto-motivanti, basso focus, spesso testardi, meno collaborativi di altre razze. Inoltre la struttura fisica e la taglia non aiutano per lo svolgimento di certi tipi di esercizio e soprattutto per il lavoro di preparazione, ripetizione e allenamento che c’è dietro all’esercizio. 

Quando nomino le attività auto-motivanti, intendo tutte quelle attività che sono loro stesse appaganti per il cane. Ricordo inoltre, che tutti i cani in una situazione di serenità e in presenza di premio per il quale hanno motivazione, dove per premio intendiamo qualunque cosa il cane ami in quel momento e in quella situazione, possono imparare nuovi esercizi e rimanere in attenzione, il problema nasce dal momento in cui gli viene chiesto più impegno, si aumentano le difficoltà, le ripetizioni, le distrazioni e viene tolto l’aiuto, il premio o la motivazione iniziale, come succede in Obedience quando ci si prepara per il circuito di gare e si sale di livello. 

Per quanto riguarda i Bracchi il discorso è più complesso. Sono cani più docili e collaborativi rispetto ai segugi, per la maggior parte rientrano in una taglia media e con fisici atletici adatti a lavori intensi e prolungati. Hanno temperamento e molti anche una buona collaborazione. Sono un gruppo molto variegato a livello caratteriale quindi è difficile dare un’unica descrizione per quelle che sono le caratteristiche che stiamo cercando. Quello che ho visto lavorando in campo, è che molte razze di questo gruppo hanno buoni tempi di attenzione ma faticano sull’ascolto per lunghe sessioni, e questo, specie se unito ad un alto temperamento, dà soggetti che si distraggono spesso e incanalano le energie in esplorazioni, e ricerche di naso. Il “naso”, inteso come alto uso dell’olfatto e troppa motivazione a farsi distrarre dagli odori, è una caratteristica che mal concilia con una disciplina dove il cane deve lavorare prettamente “a vista” e deve ignorare ogni stimolo esterno. Ci sono comunque razze che possono dare buoni risultati nelle discipline di obbedienza. Tra queste Weimaraner, Wizla e Bracco Tedesco. Spesso i limiti che ho notato su soggetti di queste razze, passano dalla troppa tempra o dalla troppa nevrilità, ovvero alcuni mettono in discussione le richieste, altri faticano nell’autocontrollo e nelle attese. Passiamo da soggetti con tempi di apprendimento e di reattività lunghi, ad altri con bassa concentrazione e troppa reattività. Sicuramente una corretta gestione, che incanali le loro energie in attività appaganti, impegnarsi nel creare un ottimo rapporto nella vita e lavorare per dare a loro tutti gli strumenti per affrontare le richieste che verranno fatte in questa disciplina, può creare soggetti ben predisposti e più portati.

Pincher, Dobermann e Schnauzer. A cui aggiungerei, per lo scopo di questo lavoro, anche Boxer e Rottweiler. Tutte queste tipologie creano con il proprietario un ottimo legame e una buona cooperazione, alcuni sono più predisposti di altri nelle discipline sportive. All’interno di questo gruppo la grande distinzione che possiamo fare riguarda le taglie. I cani di questo gruppo di taglia piccola non sono generalmente predisposti ai lavori in obbedienza. Hanno solitamente tempi di attenzione bassi e sono facilmente distratti dall’ambiente, ormonali, faticano sull’autocontrollo, alcuni diffidenti e in allerta. La taglia che potrebbe meglio esprimersi nelle discipline di obbedienza, è la taglia media. Però nei medi troviamo difficoltà a seguire lavori di richieste continue con alta precisione, calano di motivazione con le ripetizioni, che purtroppo sono necessarie in allenamento, hanno comunque tutti tempi di apprendimento lunghi, alcuni bassa reattività e poca docilità per dedicarsi intensamente all’esercizio e alle continue richieste.  Nelle taglie grandi ci sono soggetti che possono ottenere buone prestazioni, ma sia per la struttura fisica, relativa alle continue richieste di reattività e precisione, che per la troppa eccitabilità e scarsa capacità di autocontrollo di alcuni, sia per la difficoltà in tempi lunghi di concentrazione e ascolto, sono pochi i soggetti che vengono scelti in questa disciplina.

Esiste poi un gruppo di cani enormemente variegato che è costituito da tutte quelle razze definite da compagnia. Ovvero tutte quelle razze non più selezionate per un lavoro preciso ma scelte dall’uomo per goderne della compagnia. Molti derivano da cani che in origine erano selezionati per altri scopi, come i Barboni che lavoravano come cani da riporto in acqua, altri sono stati selezionati per secoli senza uno scopo lavorativo, quindi perdendo o modificando certi aspetti caratteriali. In questo pot-pourri di varietà troviamo alcune razze che sono molto più predisposte di altre al lavoro in obbedienza e con buoni risultati in competizione. Tra queste l’Epagneul Nano Continentale e il Barbone. Sono cani con temperamento, buon focus, docilità, sociali, velocità di apprendimento e amano essere coinvolti in attività con il loro compagno umano. A parte alcune eccezioni possiamo comunque dire, in linea generale, che i cani da compagnia, per indole ed anche per costruzione (pensiamo ad esempio ai Pechinesi o ai brachicefali come i Carlini), non eccellono in uno sport dove è richiesto impegno, costanza, ripetizioni, alto focus, e impegno fisico.

Ho lasciato per ultimi due gruppi in cui troviamo le razze più ricercate e scelte da chi pratica questa disciplina, ossia retriever e cani da pastore da conduzione.

I retriever sono cani atletici, nati per lavorare in collaborazione con l’uomo. Hanno alto temperamento, alta docilità, buona velocità di apprendimento, predatorio, motivazione alta su cibo, gioco e sociale, molto socievoli, reggono ripetizioni e tempi lunghi di lavoro, buon focus e “will to please” ovvero la voglia di compiacere. Hanno tutte le carte in regola per essere competitivi nelle discipline sportive, dall’agility all’obedience, alla dog dance al nuoto alle prove di lavoro vero e proprio in riporto.

Anche nei cani da conduzione troviamo le stesse caratteristiche: docilità, alto temperamento, ottimo focus, velocità di apprendimento, buon predatorio e combattività, alta propensione al lavoro, media socialità, per selezione lavorano a vista per gestire greggi e mandrie. In questo insieme dobbiamo comunque tenere presente la grande variabilità di razze, caratteristiche e stili di lavoro. Sono raggruppati insieme sia cani da gregge che mandriani, sia cani da conduzione ancora oggi ben selezionati nel loro lavoro, sia cani nati da conduzione ma nel tempo selezionati poi per mansioni ben diverse che richiedono doti caratteriali differenti. Quindi le caratteristiche elencate saranno più o meno spiccate a seconda della razza ed è il motivo per il quale, all’interno dei cani da conduzione, alcune razze sono più predisposte di altre.

Osservando queste caratteristiche, e ripensando a quello che abbiamo detto riguardo a come dovrebbe essere il cane ideale per l’Obedience, ci rendiamo subito conto del perché queste siano le razze che più ritroviamo nelle gare di questa disciplina. 

Se andiamo però a vedere le razze presenti ai mondiali negli ultimi anni, spicca un dato importante: quasi il 90% dei cani iscritti, che quindi hanno passato le selezioni, sono Border Collie.  All’ultima competizione mondiale, nel 2022 solo 13 su 110 non erano Border Collie, tra cui: 2 Golden Retriever, 2 Australian Sheperd, un Barbone, 3 Malinois, 1 Tervueren, 3 Labrador Retriever, un Flat Coated Retriever. Inoltre a podio negli ultimi anni c’è stato solo un Labrador Retriever al di fuori dei sempre presenti Border Collie.

Quindi viene da chiedersi: perché, se sono così tante le razze predisposte, il Border Collie la fa da padrone in questa disciplina?

Qui si entra in una diatriba irrisolta: molti sostengono che la disciplina dell’Obedience si è sempre più condizionata e creata sulla base di quelle che sono le performance e le caratteristiche del Border Collie. Altri sostengono invece che le caratteristiche del Border siano tali poter affrontare meglio di qualunque altra razza, le richieste previste dalla disciplina. Resta il fatto che l’Obedience sembra essere uno sport cucito addosso su misura per questi cani. Vediamo perché.

Intanto è una questione di testa. I Border Collie sono cani estremamente svegli e intelligenti. Riescono a comprendere ed a apprendere con molta più facilità e velocità rispetto ad altre razze anche esercizi molto complessi. Sono molto più flessibili, riescono a modificare e variare le risposte alle richieste nel corso del tempo con meno sforzo rispetto ad altri tipi di cani. Reggono ripetizioni e lunghi periodi di lavoro senza perdere di motivazione o lucidità. Sono nati per ascoltare, il loro lavoro si basa su comandi vocali o suoni. Quindi sono portati, riescono con meno fatica, a concentrarsi sui comandi e a discernere le richieste verbali. Hanno altissimo focus e concentrazione. Vengono selezionati per lavorare con le greggi usando la vista e con la pressione dello sguardo, intenso e focalizzato riescono a spostare gli animali. Questa è una differenza fondamentale in Obedience rispetto ad altre razze. L’intensità del focus e la massima concentrazione che mettono nell’attesa di una richiesta, o nell’esecuzione di un comportamento, sono esattamente ciò che si aspetta in questo sport, inoltre queste si riflettono anche sulla gestione del corpo e sull’esecuzione fisica del lavoro. Infatti quella massima attenzione fa sì che tutti i muscoli del corpo siano protesi e attenti in ogni momento per eseguire al meglio e con la massima reattività. Quest’ultima è dovuta sì al temperamento ma ancora di più a due motivi principali: alta voglia di compiacere e la loro spiccata motivazione al lavoro. Sono cani dediti che trovano soddisfazione e appagamento ad eseguire un lavoro, non per il premio o la ricompensa che riceveranno, è l’esercizio stesso che diventa motivante nella loro visione del rapporto, del binomio e dello sport insieme. 

Anche la costruzione fisica è importante: la loro struttura fa si che certe richieste di precisione, velocità, traiettorie, fermate, ecc. siano più facili da interpretare ed eseguire al meglio per un cane nato per percorrere alla massima velocità lunghi tratti in collina, avere massima reattività per recuperare il bestiame e, per lo stesso motivo, riuscire ad eseguire sul terreno repentine fermate e ripartenze e cambi improvvisi di direzione.

Sempre legato al modo di lavorare di questi cani c’è il concetto di ascoltare ed eseguire i comandi a distanza. Il Border deve saper lavorare a distanza, dal gregge ma anche dal pastore. Mettere occhio significa non dover usare, almeno nella maggior parte dei casi, la presenza e la pressione fisica sul bestiame, inoltre sono stati selezionati per recuperare e gestire le greggi a grandi distanze quindi lontano dal conduttore ma sempre connessi e in totale ascolto sulle indicazioni che gli vengono date. Per questo, in tutti i lavori di invio e nell’esecuzione di esercizi a distanza, questi cani mantengono massima attenzione e ascolto rispetto ad altre tipologie di cani. 

Per queste caratteristiche, e per i risultati ottenuti in campo, questa razza ha spopolato tra gli amanti della disciplina. 

La selezione e le linee di sangue

Abbiamo visto quindi su che razze orientarsi e quali tipologie di cani scegliere se il nostro obbiettivo è poter praticare questa disciplina e poterla portare avanti con buoni risultati. Ma non tutti i cani appartenenti a determinate razze possono essere buoni cani da Obedience. 

In questa disciplina la scelta del soggetto è più complessa che in altre. Questo è dovuto al fatto che, come abbiamo visto sopra, le richieste in Obedience, per avere un cane performante sono molte, inoltre è una delle discipline dove il cane trova meno appagamento e motivazione rispetto ad attività più dinamiche, divertenti e che richiedono un impegno mentale inferiore. 

All’interno della stessa razza, e spesso anche delle stesse linee, possiamo avere soggetti molto diversi per doti e caratteristiche. 

C’è un’altra questione importante da tenere in considerazione: all’interno di molte delle razze che abbiamo visto, negli anni c’è stata una deriva a livello di selezione che ha portato a creare linee molto diverse tra loro. La prima macro divisone che prendiamo in considerazione è quella tra linee da lavoro e linee da show.  

Per esigenze legate al cambio di usi e costumi della società e al variare delle richieste della stessa, insieme agli obbiettivi personali dei vari allevatori, nel tempo le scelte allevatoriali hanno portato alcuni a selezionare, mantenere e migliorare le caratteristiche fisiche e le doti atte ad avere soggetti eccellenti nelle discipline per le quali sono nati, come i working Labrador, working Golden, working Cocker, Malinois, Border Collie, “Grigioni”, ovvero pastori tedeschi da lavoro, dall’altra a selezionare cani con meno temperamento, levigando istinti e pulsioni, e puntando più al miglioramento del fenotipo secondo i canoni di bellezza. 

Quindi se l’obbiettivo è scegliere un soggetto sportivo, una volta individuata la razza, potrebbe essere consigliabile orientarsi su cani di linee già selezionate per il lavoro. Questo ci consente di avere cani sicuramente più docili, con buon temperamento, ben costruiti, ossatura più leggera o meno, angoli corretti per un buon movimento, ovvero una buona base per un cane che farà sport.

Ovviamente tutto quello che abbiamo detto finora è un elenco di linee generali che danno indicazioni di massima. Possiamo trovare ottimi soggetti in razze e tipologie molto diverse. Ai campionati del mondo negli anni hanno concorso razze molto diverse, tra cui Staffordshire, Yorkshire terrier, Welsh Corgi Pembroke, Airdale terrier. Questo ci dice che la differenza la faranno comunque e sempre il soggetto, la sua preparazione e il binomio.

Conclusioni

Abbiamo visto quali sono gli impegni e le difficoltà che richiede questa disciplina, abbiamo elencato le caratteristiche del cane che meglio soddisfano queste richieste, abbiamo individuato le tipologie e le razze che più sono predisposte per essere competitive in Obedience. 

Quello che dobbiamo aggiungere sono i criteri di scelta sulla base delle nostre caratteristiche e aspettative.

Ricordiamoci sempre che il nostro cane da competizione è, e deve essere, prima di tutto il nostro compagno di vita. Non sceglieremmo mai un compagno con cui non abbiamo affinità o di cui non riusciamo a soddisfarne le esigenze. Quindi nella scelta del nostro prossimo cane non lasciamoci condizionare meramente dalle prestazioni, dalle mode o dai soli obbiettivi sportivi. 

Molte delle persone che praticano discipline cinofile anche con buoni risultati, hanno fatto il percorso contrario. Sono partiti scegliendo la loro tipologia di cane per quello che è il loro concetto estetico, la taglia, il carattere più aderente al loro e al loro stile di vita. Da qui hanno provato insieme a creare un progetto di lavoro su misura per le caratteristiche del loro cane. 

Se è vero che il Border Collie è la razza più predisposta per questa disciplina è anche vero che l’Obedience è la disciplina dove, più di altre, è necessario avere un buon rapporto, comunicazione e legame tra cane e conduttore. Per cui la scelta del soggetto deve essere fatta più che mai con apertura mentale, trasparenza, onestà, umiltà e lucidità su ciò che siamo, che saremo e sulle nostre aspettative future nella vita e nel lavoro. 

Un’ultima cosa che dovremmo sempre tenere a mente, è che in questo sport più di altri, la maggior parte del lavoro non si fa in campo a lezione. Quasi tutto ciò che si costruisce lo si fa nella vita quotidiana e nelle sessioni di lavoro che riusciamo a creare da soli con il nostro cane. Tutto è mosso e sta in piedi grazie a quella forza che si chiama passione. È tutto dentro a uno sguardo tra noi e il nostro cane, quella complicità per cui tutto si attiva e prende forma. Quindi il cane perfetto per l’Obedience sarà sì il cane performante, ma tra i tanti e diversi cani performanti, il cane perfetto sarà quello con cui saremo capaci di creare un vero binomio di vita e di sport.