Alessandra Vacchiero

Alessandra Vacchiero

Un giorno nacque l’idea del 100%
Ed eccoci qui, mi presento, come da copione, ai più di voi che non mi conoscono o non conoscono la mia storia cinofila, per introdurvi in questa nuova realtà, in questo mio progetto di vita che, dopo lunghe attese e studi, sta per cominciare e del quale vorrei rendervi tutti complici o almeno partecipi.
Ma partiamo dall’inizio: era il 2001 quando grazie ad un’amica, figlia di un giudice di prove di lavoro, ho cominciato a lavorare nel mondo delle expo cinofile. Mi iscrissi ad un corso per commissario di ring e da lì un numero non calcolato di expo nazionali ed internazionali, raduni, speciali e chi più ne ha più ne metta dove ho conosciuto giudici, allevatori, che spesso poi sono la stessa cosa, teorie di allevamento, linee di sangue, ho imparato a studiare, a saper leggere un pedigree, a confrontarmi con esperti e a far crescere la mia voglia di sapere. Ma la cinofilia non è solo lì, anzi spesso lì non la si trova più, e l’esigenza di vedere l’altro lato di questo universo non era più rimandabile.
Quello che è successo dopo è la mia favola moderna ed è potuto succedere solo grazie ad un cane speciale: Emma, un esperimento di genetica nato da una fuga di una jack russel con tutto il vicinato…sì lo so non ha molto di poetico, ma il risultato che ne venne fuori fu tutto tranne che un errore. Presi questa cucciola per vari motivi, era anche forse la meno appariscente, tonda come una palla, calpestata dai fratelli, ma qualcosa dentro ti comincia a tartassare con una voce stridula e insistente “prendi lei, prendi lei” che a un certo punto devi cedere al tuo istinto. Non so se sia istinto o se sia il nostro grillo parlante, fatto sta che aveva ragione. La sua collaboratività e docilità ci hanno portato subito a metterci alla prova in varie discipline cinofile, stavamo ancora cercando la nostra strada e intanto per noi era solo un percorso solo di studio e scoperta. Poi la folgorazione: dovevamo fare obedience! E come non farlo?Io con le mie manie di precisione, allergica a qualunque attività dove il fisico dovesse fare uno sforzo maggiore alla camminata, e poi con una mente già plasmata da anni di lavoro con i cavalli in dressage…e poi lei, sì quella palla che poi palla non era più ma che passava le giornate a guardarmi negli occhi e chiedermi “facciamo qualcosa, mi insegni qualcosa?” dove metterla alla prova significava tirare fuori la caparbietà dei terrier che non la faceva mollare e la voglia di collaborazione che le veniva naturale.
E così un po’ per l’obedience e un po’ per imparare partirono corsi, stage, viaggi su e giù per l’Italia, incontri con menti e teorie differenti, confronti, stage con stranieri, corsi istruttori, insomma un meltin pot di informazioni che si accavallavano e si incrociavano, si discostavano e si ritrovavano, discipline che si mettevano in competizione e che poi si compensavano, perché è il bello di questo mondo che offre così tante realtà differenti intorno a un unico soggetto che è il cane, che ci permette di vederlo e conoscerlo da tutte le prospettive. Così anche continuando ad investire sulla nostra disciplina, abbiamo sempre continuato a strizzare l’occhio e tenerci informati sulle altre realtà permettendomi di mettere nella mia valigia dell’esperienza e della formazione tanti tasselli in più.
E poi è arrivato il primo border collie, poi un cane recuperato, poi un secondo border, direi una famiglia che si è allargata nel tempo dove ogni elemento mi ha permesso di fare un percorso differente e far crescere in maniera esponenziale tutte le mie competenze. Ah quanta strada ancora! Non posso credere che ci sia qualcuno che affermi di avere il sapere il mano, questo è un mondo tutto in divenire, la scienza stessa ci regala scoperte nuove ogni hanno che cambiano le prospettive. Non è possibile fermarsi, dobbiamo costantemente aggiornarci , ma soprattutto essere capaci di metterci in gioco e confrontarci.
Nonostante tutto però io di tutto quel bagaglio ho fatto tesoro e da un po’ di tempo ho imparato ad osservarlo con occhio critico e costruttivo perché sia alla base di tutto quello che farò con i miei cani e quelli di chi lavorerà con me. “100% working dog” non è un nome nato per indicare una scuola cinofila, pensate che la mia attività ha solo il mio nome, non sta ad indicare nulla di reale, ma è la mia filosofia, è quello che è uscito da tutto quel meltin pot d’informazioni che ho acquisito negli anni e che sicuramente si evolverà con tutto ciò che mi arricchirà di sapere in futuro.
Working dog non significa che per me tutti i cani devono lavorare o praticare discipline sportive, ma ha un valore più complesso, vuole andare a insidiare le menti affinché vedano il cane non per un oggetto (ebbene sì per molti la differenza tra oggetto e soggetto non è ancora ben chiara e in certi casi, quelli peggiori, per molti l’animale non è considerato capace di pensiero quindi alla stregua di un oggetto…)bensì per le sue potenzialità e le sue capacità, affinché possa avere tutti gli stimoli necessari perché vengano soddisfatti i suoi bisogni e affinché trovi appagamento dalla vita con il suo compagno umano. Tutti i cani hanno delle necessità che spesso vengono dimenticate o non considerate, e tutti hanno una mente che risponde agli stimoli e partecipa attivamente alle situazioni proposte.

Quello che vorrei è aiutare a divulgare coscienza cinofila, e badate che non ho usato coscienza per errore, perché di divulgatori di “cultura” cinofila ce n’è, e sarebbe per fortuna, se non fosse che poi ognuno dice la sua e la gente non sa a che santi votarsi…
Quindi in questo marasma di culture secondo Pinco Pallo, io preferisco dare alle persone nozioni e poi farle ragionare con la loro testa, e visto che nessuno ha il Verbo, sarebbe costruttivo se ognuno portasse in questo la propria competenza. Detto questo torniamo con i piedi per terra e, visto che siamo umani, mettiamo da parte la possibilità del confronto costruttivo e di utopie simili però aprirei volentieri la possibilità a tutti gli esperti dei vari settori di scrivere note o articoli da poter pubblicare e mettere a disposizione di tutti.